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I PROCACCI E MICHELANGELO BUONARROTI

Eh si! Michelangelo è stato  pranzo da noi. Quante volte? Non possiamo saperlo ma almeno una volta è stato a pranzo da noi.

I fratelli Silvio e Vincenzo Cosini, artisti nativi di Cepparello poco lontano da Poggibonsi, sposarono due sorelle di Pietrasanta, Ginevra e Maria, figlie di Stefano Procacci e i due fratelli, in particolare Silvio, ebbero rapporti di collaborazione artistica con Michelangelo che risiedette a lungo ed in più occasioni nella località a ridosso delle Alpi Apuane.

Nel dizionario biografico della Treccani possiamo trovare le seguenti informazioni, la prima riguarda Vincenzo Cosini le successive il fratello Silvio:

  • L’11 ag. 1532 è datato l’atto di concessione di una casa da parte del Comune di Pietrasanta ai fratelli Cosini, con la partecipazione e garanzia di Stefano Procacci per i due generi: Silvio è rappresentato dal C. (cfr. Bacci, 1917, p. 120). A quel tempo, quindi, il C. aveva sposato l’altra figlia di Stefano Procacci, Maria, sorella di Ginevra, moglie di Silvio. Nel 1533 il C. viene chiamato a Venezia, dal fratello, per lavorare alle sculture decorative della sepoltura di Iacopo Sansovino (ibid.; di queste sculture non si hanno notizie).

    Dopo il suo soggiorno a Venezia il C. si stabilì forse definitivamente a Pietrasanta, in casa della moglie, e a Pietrasanta è documentato nel 1536, 1537, 1538 e 1542 per questioni non artistiche. L’ultimo documento che lo riguarda è del 1549 e vi risulta coabitante dei fratello Silvio (Bacci, 1917, p. 112).

  • Il Vasari (IV, p. 482) ricorda che “ha poi molte cose lavorato leggiadramente e con bella maniera, ed ha passato infiniti, e massimamente in bizzarria di cose. alla grottesca; come si può vedere nella sagrestia di Michelagnolo Buonarroti, in alcuni capitelli di marmo intagliati sopra i pilastri delle sepolture, con alcune mascherine tanto bene straforate, che non è possibile veder meglio. Nel medesimo luogo fece alcune fregiature di maschere che gridano, molto belle. Perché veduto il Buonarroto l’ingegno e la pratica di Silvio, gli fece cominciare alcuni trofei per fine di quelle sepolture; ma rimasero imperfetti, insieme con altre cose, per l’assedio di Firenze” I lavori per le tombe medicee in S. Lorenzo a Firenze, iniziati con la cavatura dei marmi nel 1521, interrotti nel 1529 per riprendere l’anno seguente, furono terminati nel 1533. Ma già nell’agosto 1532 (Tolnay, 1948, p. 239) il C. aveva ricevuto il saldo per la sua opera. I trofei ricordati dal Vasari sono uno dei motivi desunti dall’antico usati da Michelangelo per la decorazione della cappella; attualmente sono esposti nel corridoio fra la cappella medicea e quella dei principi
  • Da casa Doria, il 13 apr. 1532, il C. scriveva a Michelangelo ringraziandolo del “beneficio” (Bacci, 1917, p. 120): probabilmente quindi Michelangelo lo aveva raccomandato ai Doria.  

A rigor di logica che MIchelangelo abbia pranzato in casa dei Procacci sembra improbabile ma non impossibile e a lasciare aperta la possibilità che sia accaduto realmente abbiamo la foto di questa epigrafe che si trova  in piazza del Duomo nella città di Pietrasanta.